Cartomanzia e sensitività : il cartomante è un sensitivo?
E’ l’antico dilemma : la relazione intima, profonda che esiste tra cartomanzia e sensitività .
Quel filo invisibile che lega il cartomante alle proprie lame e che lo conduce attraverso mondi sconsociuti.
Che ci crediate o meno, che lo vogliate o meno la cartomanzia è sensitività : sono inscindibili, inseparabili.
Questo vuol dire che ognuno di noi può essere un buon cartomante? Sicuro, a patto che non confondiamo la sensitività con l’abilità di interpretare le stese e le singole carte.
Se abilità e preparazione nell’interpretare le carte sposano la sensitività ecco che ci troviamo di fornte un cartomante perfetto, un cartomante che ha un altissima percentuali di successo nei responsi.
Vediamo di capire questi legami misteriosi che legano cartomanzia e sensitività ricordando, e non smetteremo mai di farlo, che la cartomanzia è principalmente e fondamentalmente divinazione, ossia l’arte di predire il futuro, di conoscere il passato, di sapere il presente.
La sensitività è rappresentata da una serie di capacità individuali , spontanee e paranormali : può essere sviluppata ma necessita che sia presente , proprio come un seme può far nascere una pianta, ma per farlo necessita che ci sia, e che venga coltivato opportunamente.
La sensitività si può manifestare in modo diverso e con vari fenomeni : ad esempio attraverso sogni profetici o realmente premonitori, a premonizioni , a sensazioni, alla lettura dell’aurea altrui, alle visioni vere e proprie.
E’ spontanea : non può essere comandata , nel senso che quando si esprime lo fa sempre senza esservi “costretta” a manifestarsi.
E’ una percezione di cose, eventi , persone, influenze : non si lascia condizionare ma si lascia stimolare.
Un cartomante è essenzialmente un sensitivo , ovvero usa le carte per stimolare la sua percezione extrasensoriale e paranormale, spesso senza nemmeno saperlo o che se ne accorga.
In pratica se la stessa stesa è mostrata a un vero sensitivo e a una persona non dotata di questa percezione, il responso sarà per prima cosa totalmente diverso e poi , nel caso del sensitivo, meno criptco e pi๠preciso nei dettagli e nella descrizione di ciò che accadrà .
Le carte dunque come strumento, il cartomante come catalizzatore di queste “energia” misteriosa che scaturisce nella divinazione : è il cartomante ideale, quello che tutti cercano, che tutti desiderano incontrare.
Come fare a riconoscere questi cartomanti?
Prima di tutto dall’umiltà : quasi sempre non si vantano mai di riscontri ottenuti e se lo fanno è al solo scopo di incoraggiare il consultante, a infondere fiducia e forza.
Lo scopo del cartomante, non finiremo mai di ripeterlo, è quello di offrire al consultante un quadro ben preciso di chi è , dove va e perchè.
Il pi๠delle volte noi cerchiamo nella cartomanzia una risposta immediata a un nostro problema : il vero cartomante offre questo tipo di risposte ma la sua sensitività impone la spiegazione di quello che ha previsto fin nei dettagli, quasi a spiegare ciò che ha visto.
Le doti “paranormali” di un cartomante spesso non sono note nemmeno a lui : questa è una delle maggiori difficoltà al loro sviluppo.
Ognuno di noi , senza saperlo, può essere “sensitivo” e trovare nella cartomanzia il mezzo per esprimerla e svilupparla.
Il cartomante sensitivo si riconosce anche dalla moderazione con cui offre i suoi consulti : la divinazione è uno sforzo che coinvolge tutte le potenze dell’anima , è energia impegnata e consumata. Non può offrire pi๠di un certo numero di consulti al giorno.
Il cartomante davvero sensitivo ha bisogno di tempo e concentrazione : non è raro incontrare operatori che non riuscendosi a concentrare o incontrando difficoltà nel concentarre le proprie energie preferiscono rinviare il consulto piuttosto che dare una lettura degli eventi errata o distorta.
Il vero cartomante non vi porrà mai domande a trabocchetto o che indaghino oltremodo : le sue domande saranno poche ma efficaci, mai invasive.
Non a caso molti di questi cartomanti aprendo le carte e formando la stesa iniziano con il dire subito cià che vedono, ciò che sentono e ciò che interpretano : le domande successive, le richieste di conferme sarano solo finalizzate ad approfondire gli argomenti che stanno a cuore al consultante o a meglio definire l’insieme delle situazioni e degli eventi.
Come scoprire se siamo sensitivi? Nel modo pi๠semplice : nel non ricercarla a tutti i costi, con lessere umili e soprattutto nell’essere puri di cuore.
Questi sono i primi indispensabili passi per capire se in noi sono innate quelle facoltà particolari che vanno sotto il nome di sensitività .