L’invidia e le maledizioni : potenti come il malocchio
Che il pensiero sia “energia” in grado di superare ogni ostacolo, di correre oltre alla velocità della luce e di poter “operare” , questo è non solo opinione diffusa ma una realtà certa.
Un energia che si sprigiona, un fascio misterioso, incontrollato, che può “operare” in un contesto positivo o negativo.
Negare questo presupposto, oggi, sarebbe assurdo, anche se certe correnti culturali vogliono classificare questa teoria come una credenza popolare.
Ma l’uomo, immerso nella materia, è innegabile che abbia un anima in grado di racchiudere in se i pensieri postivi, negativi, amore, odio, rancore, invidia.
Insomma l’anima raccoglie, come in una centrale nucleare, le energie che può sprigionare, in modo pi๠o meno cosciente e, spesso, a sua insaputa, dirigendola verso altri.
Il difficile è riconoscere e caratterizzare queste energie e definirle per capirle e combatterle quando sono negative e si manifestano con il loro carattere “negativo”.
Potremmo subito porre alla base una distinzione: l’invidia ad esempio è avere uno spirito avverso , irrequieto verso una persona che appare pi๠fortunata di noi, pi๠dotata di possibilità , di successo. E’ un sentimento che inizia a sprigionare un flusso negativo verso quella persona: pi๠intensa sarà pi๠quel “fascio” di energia rappresentato dal sentimento di invidia aumenterà di intensità .
Le maledizioni invece scaturiscono da un sentimento di odio, di rancore, verso una persona, o anche un gruppo di persone.
La rivale che ci soffia l’amore, oppure il collega che ci scavalca, oppure chiunque ci ha danneggiato può divenire oggetto della nostra avversione prima, e poi della nostra maledizione.
E per maledizione non intendiamo soltano la pronuncia di una frase, rabbiosa, rancorosa, ma anche un “insieme” di pensieri che scaturiscono dall’anima e tendenzialmente “desiderano il male dell’altro”.
Ecco il primo punto di distinzione : mentre nell’invidia il sentimento è soltanto avvertito e può produrre i suoi effetti “per induzione”, nella maledizione gli effetti sono procurati perchè “fortemente desiderati”.
La maledizione è essa stessa una vendetta, un rancore manifestato attraverso l’augurio del male a qualcuno, male che quando si realizzarà andrà a soddisfare direttamente la nostra sete di vendetta.
Come agisce una maledizione? E’ presto detto: è un fortissimo fascio di pensiero, di energia che si abbatte sulla persona, tanto pi๠intenso e virulento, quanto maggiore sarà il desiderio della persona che la scaglia.
Valga come esempio concreto un episodio accaduto e riportato da un noto esorcista italiano: un figlio era in forte disaccordo con la madre per il suo matrimonio da lei contrastato. Cessa tra madre e figlio ogni rapporto.
Trascorsi degli anni il figlio pensò di riappacificarsi con la madre e penso di intenerirla mandandole la foto di suoi figlio ritratto in pantaloncini.
La madre nel ricevere la foto e osservarla, presa dall’antico rancore per il figlio, disse che le gambe di quel bambino (il nipotino) non avrebbero mai dovuto far bene.
Ebbene quel bambino che oggi è una persona adulta ha avuto davvero serissimi disturbi alle gambe nel corso degli anni, ha subito svariati interventi chirurgici che le hanno deturpato, e oggi è claudicante.
Qualunque persona scettica dovrebbe arrendersi di fronte a un caso del genere che, purtroppo, non è raro.
In questo caso la “carica” di rancore della signora ha esercitato quello che è un vero e proprio maleficio di maledizione: le gambe del bambino ritratto in foto è stato il “volt” attraverso il quale “l’energia negativa” della donna si è concentrata scaricando tutta la sua carica negativo sul povero malcapitato.
Mentre l’invidia spesso agisce pi๠a livello inconscio, spesso è impercepibile dalla stessa persona che la nutre, la maledizione è cosciente, è lucida, è prorompente.
E’ il forte desiderio della “vendetta” sulla persona che amplifica la stessa energia: è come quando il piede del’accelleratore preme facendo arrivare pi๠benzina al motore che è spinto a correre di pià¹.
Questi elementari principi sono ben conosciuti dagli operatori dell’occulto che spesso cercano di “operare” utilizzando l’energia dei clienti per convogliare vendetta.
In tutto questo si inserisce il malocchio: ne abbiamo già ampiamente parlato e la possiamo considerare un fratello minore della maledizione e un fratello maggiore dell’invidia.
L’invidia infatti se è fatta prigioniera di alcuni individui “particolari” diventa facilmente malocchio: l’invidia porterà inconsciamente a “guardare con occhio torvo e rancoroso” la persona e le sue cose, scaricando la sue energia fatale sul soggetto bersaglio.
Ma quindi basta pensare il male a una persona per colpirla?
Alcuni pensano di si, ma la realtà è ben altra.
L’anima sprigiona energia attarverso il suo spirito: spesso inconsciamente si mette in comunicazione con altre energie, si contrasta, si aggrega. E’ un flusso spesso incontrollabile e non basta a generare un vero maleficio ma può essere sufficiente a generare un malocchio.
Non è tuttavia, per fortuna, così semplice: anche se ormai è stato constatato che ci sono particolari persone che hanno come una sorte di “cannone” e sono in grado di catalizzare e concentrare su qualcuno la loro energia provocando nella stessa stati di ansia, di inquitudine, frequenti mal di testa, in molti casi sensazione di essere osservati, sensazione che tutto ciò che sta facendo è inutile e sarà un fallimento ecc.
Se a qualcuno venisse il dubbio su quanto detto circa l’energia del pensiero, possiamo tranquillamente pensare quei casi di forte innamoramento, di intenso amore tra due persone, che determiano stati in cui spessissimo l’altro avverte , anche a distanza, gli stati d’animo del partner, quasi ne vive gli avvenimenti e gli stati d’animo.
Solo che in questi casi la cosa passa inosservata ma nessuno riesce a spiegare come faceva a sapere che in quel momento l’uomo amato era triste, oppure aveva seri problemi, oppure aveva avuto un incidente.
Per cui occorre fare sempre molta attenzione ai nostri stati emotivi e psicologici contro qualcuno.
E ricordiamoci che essendo flussi di energia sempre tornano verso il “polo” che li ha emessi e spesso rimbalzano tornando al mittente con relative conseguenze.