La reincarnazione : un mistero che viene dal passato
Il tema della reincarnazione non è facile da trattare considerata la sua vastità e la pluralità di argomentazioni che abbraccia. In precedenza questa tematica era ritenuta esotica e marginale mentre oggi nel clima post moderno (e postcristiano) caratterizzato dal processo di secolarizzazione, è stata recuperata e rivalutata tanto che secondo alcuni sondaggi sono tanti, e soprattuto giovani, quelli che vi credono. La concezione della reincarnazione è antica quanto l’uomo e la possiamo trovare in tutte le religioni di ogni credo e di ogni epoca. Tra le popolazioni primitive che credevano fermamente nella reincarnazione ci sono gli indiani tlingit dell’Alaska sud-occidentale, che arrivano ad augurarsi la morte dei malati presenti nelle loro comunità nella speranza di rivederli reincarnati in condizioni pi๠favorevoli.
 Gli studi sul tema, secondo alcune fonti, risalirebbero alla cultura caldeo-mesopotanica, da cui poi nacquero le civiltà egizie e quelle indiane. In seguito, anche il Buddismo abbracciò l’idea della reincarnazione e con essa la legge del karma. La differenza tra quest’ultima e l’induismo è che se per la seconda l’anima mantiene la propria individualità , con caratteri personali statici, nel corso delle sue numerose esistenze, per il buddismo la reincarnazione si manifesta con una totale spersonalizzazione. Sia l’induismo che il buddismo ritenevano però che l’anima potesse trasferirsi indifferentemente da un uomo a un animale (metampsicosi) a seconda del premio o della punizione che gli era stato attribuito.Nell’antichità occidentale questa credenza era molto diffusa nelle scuole filosofiche, come quella Platonica per esempio. Seppur la religione cristiana non abbia mai approvato esplicitamente i principi dettati dalla reincarnazione, il cattolicesimo è colmo di riferimenti ad essa. Ricordiamo tutti la frase di Gesà¹: “Ognuno raccoglie ciò che semina”. Ma cosa si intende per reincarnazione? Essa è la trasmigrazione dell’anima, ovvero il passaggio dello spirito da un corpo ad un altro dopo che il primo ha cessato fisicamente di vivere. E in che modo avviene questo passaggio? Partiamo dal presupposto che ci sono tre livelli di esistenza: l’anima, il corpo sottile e il corpo grossolano. Il corpo grossolano fa da “guaina” al corpo sottile e viene allontanato all’istante della morte. A tal punto l’anima separata dal corpo grossolano e trasportata da quello sottile, entra nel seme del maschio grazie al quale viene collocato nel grembo della sua prossima madre. Un’anima può incararsi in qualunque forma di vita che può essere sia di natura vegetale che animale perchè il suo rivivere sotto altre forme ha lo scopo di realizzare la volontà divina facendo esperienza in corpi e in vite differenti. Quello che siamo nella vita attuale è frutto di quello che abbiamo realizzato nelle vite precedenti; se in passato abbiamo cagionato sofferenza nella vita successiva non faremo che raccoglierne le conseguenze. E’ questo un continuo flusso del divenire che lega indissolubilmente presente, passato e futuro. Qual’è lo scopo di tutto ciò? Riuscire a capire che Dio è in noi e non al di fuori. Cesseremo di reincarnarci solo quando ci affideremo completamente a lui che ci guiderà verso il sentiero maestro.