Quanto sono importanti le domande in un consulto di cartomanzia
Nella cartomanzia pratica ci sono alcuni suggerimenti, consigli, o schemi, troppo spesso sottovalutati o per niente considerati.
Iniziamo ad esaminare uno degli argomenti pi๠trascurati sia dalle cartomanti che dalle consultanti.
Quello del modo di porre le domande: il modo corretto di interpellare le lame, le domande che troveranno risposte sicure e veritiere.
E’ vero : molta delusione nei consulti dipende proprio dalla tipologia delle domande, e soprattutto come vengono poste.
E’ un aspetto da non trascurare, soprattutto le cartomanti dovrebbero, in qualche modo, orientare la consultante in modo che questa ponga domande “giuste” ed utili.
Facciamo qualche esempio pratico.
Il primo errore da evitare assolutamente sono le domande troppo generiche, quelle che lasciano il tempo che trovano.
Un consulto di cartomanzia è soprattutto un indagine in quello che è stato, in quello che è e in quello che sarà .
Chiedere genericamente, ad esempio, che cosa mi aspetta nel futuro suppone che la consultante non sa esattamente cosa vuole nella vita , ma soprattutto non sa bene cosa chiedere.
E’ come se vi recaste da un medico e chiedete quale sarà il vostro stato di salute: sicuramente vi meriterete le occhiatacce del medico che si sarà reso conto che siete li pi๠per caso o per curiosità , che per un effettiva necessità .
Dunque anche in cartomanzia le domande troppo generiche vanno evitate come la peste : sono quelle che suppongono risposte altrattanto generiche che confonderanno solo le idee e resteranno a lungo disattese.
Altra domanda generica da evitare è quella che chiede se troverò mai l’uomo della mia vita, oppure se mio figlio incontrerà mai la donna giusta, oppure se mi sposerò, se troverò lavoro.
Se siete nello studio di una cartomante è per un motivo preciso: avete un problema e cercate di risolverlo scrutando il futuro e interpretando il presente e il passato.
La maggioranza delle domande che pongono le consultanti durante un consulto riguardano l’amore : raramente la consultante tenta di indagare sui suoi rapporti con la persona amata, di cosa succederà se fara una tale cosa piuttosto che un altra.
La maggioranza delle domande, spesso a bruciapelo, pone interrogativi, per quanto giusti, nel modo sbagliato.
Se sento che il rapporto con la tale persona sta soffrendo è corretto chiedere alle carte le cause di questa sofferenza, di chiedere cosa posso fare o cosa non devo fare per migliorare la situazione, quali rischi corro ad operare in un certo modo , quali saranno in tal caso le sue reazione e cosa mi posso aspettare se la situazione resta inalterata.
E’ qui che inizia l’introspezione delle carte nel consulto.
Invece, spesso, la domanda è di rito : resteremo insieme? Che sviluppi avremo?
Ancora si arriva al paradosso dell’assurdo quando ci si sente chiedere : conosco due tipi, cosa sente il tipo A per me e cosa sente il tipo B per me, che futuro avremo ?
E’ come se dal medico chiedessimo dopo aver fatto una doccia fredda, cosa succede se mi prendo una bronchite, cosa succede se mi prendo un raffreddore.
Di fronte questi casi una cartomante responsabile e professionale dovrebbe aiutare la consultante a porre le domande nel modo giusto in modo che sia per prima la consultante a capire quello che vuole realmente.
Nel caso specifico sarà bene aiutarla a capire chi dei due per lei è davvero pi๠interessante, cosa si aspetta dall’amore, cosa vorrebbe che fosse con l’uno e cosa con l’altro. La domanda, individuata la persona che interessa dovrebbe essere rivolta su quella, su cosa può essere il rapporto attuale e quale sviluppi ci si deve aspettare a fronte di determinati atteggiamenti e azioni.
Altra domanda “penosa” per la cartomanzia : tornerà da me ? E quando ?
Fermo restando che la cartomanzia è in grado di soddisfare queste domande, tuttavia se fate una breve riflessione noterete che mancano gli archetipi della domanda stessa.
La consultante non indaga sul perchè la storia sia finita, su quello che è il mondo della persona amata, sulle sue sensazioni, sulle sue paure, sui motivi che lo hanno spinto a rompere la relazione, sulle sue capacità di riprendere e coltivare in modo corretto il rapporto.
No! Per lei è importante che torni e al pi๠presto. Poi poco importa se mille ragioni lo porteranno di nuovo ad allontanarsi, se esiste incompatibilità , se ama un altra ecc.
E’ quello un modo di porre una domanda che squalifica e umilia la cartomanzia, che la riduce a cercare , senza la necessaria introspezione e al naturale approfondimento, degli eventi nel futuro trascurando quello che di fondamentale ci sarebbe da sapere.
Cosa importa se torna per riallontanarsi per incompatibilità , perchè ama un altra, perchè è poco serio e ci farà soffrire?
Altra domanda generica è quella che chiede “avrò fortuna” ?
Tutta la vita è un autostrada dove corrono veloci illusioni, delusioni e successi, sfortuna e fortuna. Nessuno è esente dal transito su questa autostrada.
Cosa potrà mai significare chiedere alle carte se sarò fortunato ?
E’ diverso invece se sto iniziando un attività , un negozio, un lavoro, se sto giocando, porre la domanda su quali possibilità ho in concreto di fare ciò che mi porterà a dei risultati brillanti.
Sto aprendo un negozio e chiedo : “avrò fortuna” ? Conviene invece che le carte mi aiutino a trovare la strada giusta per fare buoni affari, che mi facciano capire quali azioni posso mettere in atto per aumentare clienti, guadagni. Posso chiedere alla carte s el’attività nasce sotto una buona stella ovvero se ho le capacità di gestione necessarie e sufficienti per condurre l’attività in modo redditizio.
Alla domanda generica “sarà fortunato” la risposta potrebbe essere si, ma poi magari essendo un amministratore dei miei beni distratto e incapace , posso dilapidare il tutto.
In questo caso sarei stato “fortunato” e la cartomante avrebbe un riscontro positivo, ma se le mie azioni rovinano questa fortuna non si direbbe che la risposta abbia “modificato” in parte il mio atteggiamento per consentirmi di godere di quella fortuna.
La cartomante deve essere quindi il primo stimolo a formulare le domand ein modo corretto : prima di iniziare il consulto deve sincerarsi se la consultante conosce realmente il suo vero problema, la sua vera portata, e in seconda battutta che ponga le domande in modo corretto per cui le carte daranno il massimo della loro potenzialità .
L’altro aspetto introdotto è appunto la consocenza del problema da parte della consultante.
Se una donna soffre di emicrania e chiede alla cartomante quando passerà quel mal di testa, questa è una domanda che suppone che la consultante non conosce o non vuole conoscere l’origine del suo problema.
Magari il mal di testa trova origine nei suoi rapporti con il marito , con una mancanza di affetto, con rapporti difficili con i figli. La domanda corretta è quindi quella che vede la ricerca della consultante delle ragioni, delle cause, della possibilità di rimuovere le cause stesse per giungere con soddisfazione a dei risultati positivi.
In pratica un consulto di cartomanzia è valido quando “aiuta” concretamente a risolvere i problemi, a scorgerne le cause, a rimediare, a porre in essere azioni che offriranno benefici.
Altrimenti, non solo è riduttivo, ma la divinazione non ha senso al solo scopo di sapere cosa succederà e quando genericamente.
Alcuni sistemi e metodi di divinazione offrono delle risposte semplici, ti tipo binario, del si e del no. Ecco questi sono quei sistemi di divinazione semplici ma che suppongono sempre che la domanda venga posta per il breve termine e nel modo corretto.
Se le cartomanti e le consultanti non trascureranno il “modo” di porre le domande ne trarranno tutte un enorme vantaggio non ultimo quello di riportare alla sua vera natura divinatoria e introspettiva i consulti di cartomanzia.