Premonizioni e sensitività : prevedere e predire il futuro

premonizioni profezie Chi non ha mai avuto la sensazione, spesso forte, che qualcosa stia per avvenire, che qualche evento ci sta per interessare da vicino?
Una sensazione forte, spesso accompagnata da uno stato emozionale intenso, tachicardia, sudorazione, senso di angoscia.
Prima di tutto iniziamo con il chiarire che la maggioranza delle persone non è in grado di avere “premonizioni” : quasi sempre è una predisposizione naturale e non bisogna confondere le normali paure accentuate dagli stati d’animo.
La quasi totalità  delle persone che dice di avvertire che qualcosa sta per accadere, riferisce che la sensazione è quasi sempre per qualcosa di brutto, qualcosa di negativo che sta per accadere.
Ma cos’è esattamente una “premonizione”?

Premonizione e precognizione

La premonizione è prevedere qualcosa che avverrà  nel futuro : viene anche chiamata precognizione quella facoltà , appunto, che mette in condizione un soggetto di prevedere con una discreta certezza e puntualità  eventi del futuro, sia positivi che negativi.
Sfatato il primo punto, cioè quello che le premonizioni sarebbero solo quelle in grado di rivelarci eventi negativi, occorre precisare che possono presnetarsi in vario modo.
Genericamente sono “sensazioni” che informano la nostra anima che qualcosa sta per accadere, qualcosa che riguarda noi, o le persone prossime o con cui siamo in contatto.
Ma oltre alle sensazioni si può avere precognizione nei sogni o fino a vere e proprie visioni.
Una seconda vista in definitiva che ci consente di penetrare il prossimo futuro, una visualizzazione di un evento che sta per avvenire a distanza di chilometri.
La precognizione, lo ribadiamo a scanso di equivoci, non è affatto comune e sposa integralmente il concetto di “sensitività “.
Celebre, ad esempio, è il caso dell’olandese Gerard Croiset dove la precognizione esplode nella sua spiccata sensitività  , al punto che fu spesso interpellato per risolvere il caso di persone scomparse, o casi di omicidio.
gerard croiset veggente Croiset usava toccare e stringere oggetti appertenuti, ad esempio, alla vittima di un omicidio e riusciva a descrivere, spesso nei dettagli, la scena del delitto e il suo assassino.
Gerard Croiset metteva a disposizione di tutti le proprie facoltà  e senza alcun fine di lucro.
Un giorno fu sottoposto a un esperimento : portato in un teatro, fu poi portato in una sala attigua, e gli fu chiesto di descrivere la persona che aveva preso il suo posto a sedere in sala. La descrizione, inutile dirlo, fu accurata anche nei dettagli.
Ma Croiset aveva anche precognizione anche per eventi del futuro : vero che numerosi furono i suoi fallimenti, ma è anche vero che le sue capacità  extrasensoriali, attraverso le quali riusciva a prevedere eventi futuri, altrimenti non prevedibili, sono state universalmente riconosciute.
Altri esperimenti sono stati condotti nel corso degli anni da studiosi : come, ad esempio, quello delle luci rosse.
Su un quadro vengono fissate delle luci rosse che possono essere accese alternativamente singolarmente o in gruppo : l’esperimento consiste nel chiedere alla persone di indicare quali saranno le luci che si accenderanno man mano.
Le persone sottoposte a questo esperimento si dividono in tre gruppi : quelli che non riescono a prevedere quali lampadine si accenderanno, quelli che hanno una discreta quantità  di risposte esatte , e , in numero davvero esiguo, quelle che hanno una percentuale di errore prossime allo zero.
La terza categoria vengono poi sottoposti a ulteriori esperimenti per confermane le capacità  extrasensoriali.

Sensitività  e veggenza

La sensitività  è dunque una prerogativa fondamentale nei fenomeni di precognizioni : anche noi potremmo esserlo e senza saperlo.
Dunque vale la pena approfondire sottoponendosi a qualche esperimento : e ricordiamoci che le capacità  extrasensoriali, se scoperte, vanno “coltivate” e valorizzate.
Per il sensitivo, dicevamo, è come avere una seconda vista in grado di perscrutare qualcosa che è scritto anche se ancora deve avvenire, per quella ragione che abbiamo spesso ribadito che il “tempo” non ha confini e soprattutto non esiste.
Il tempo è quel fattore per cui “misuriamo” lo sviluppo biologico e determinandone una divisione arbitraria.
Diciamo che il “tempo” è passato perchè il bambino diventa adolescente, poi adulto, poi anziano. Perchè da quando era bambino a quando sarà  anziano il sole avrà  fatto un certo numero di rivoluzioni. Ma in realtà  c’è stata solo trasformazione biologica, ma l’istante è lo stesso. Tutti gli eventi sono collocati temporalmente come sulla punta di un ago.
Celebre è la frase nel Vangelo di Cristo :”Io vedo satana cadere dal cielo”. Non io ho visto, io vedo, come se la caduta di satana fosse un fatto che stesse avvenendo in quell’istante e non già  in tempo remoto.
Il sensitivo quindi è in grado di catturare con il suo terzo occhio quella parte che noi chiamiamo futuro, ma è collocato esattamente con altri eventi su quella punta di ago che dicevamo prima.
Facciamo un esempio concreto : le famose carte Zener.
In genere si usano con una persona che mescola le carte e poi , senza mostrarla al “sensitivo” ne sceglie alcune in sequenza aspettando che il sensitivo dica la sequanza delle carte.
In realtà  alcuni formulano l’ipotesi che il “sensitivo” con il suo terzo occhio legga la carta, ma l’ipotesi pi๠probabile è che il “sensitivo” con la sua seconda vista non veda la carta, ma veda il “futuro” cioè veda la carta rovesciata dopo la sua risposta.
Se il tempo non esiste, il sensitivo sta leggendo qualcosa che è già  avvenuto in quel momento,ma che non è stato ancora vissuto.
Qui si innesta il concetto di chiaroveggenza : molti sensitivi non sono riusciti a sviluppare le proprie capacità , la propria seconda vista, altri invece, con un grado di sensitività  maggiore, hanno avuto modo di “educare” questà  facoltà  extrasensoriale , al punto che per loro diventa estremamente facile predire eventi futuri per altre persone, spesso lontani diverse centinaia di chilometri.
Parliamo spesso di persone che si servono di mezzi di concentrazione pi๠disparati : dai cristalli, a oggetti particolari, alle superfici specchiate ecc.

Possiamo essere veggenti e non saperlo?

Ognuno può avere, pi๠o meno sviluppati, caratteristiche di sensitività .
Non occorre farne però l’oggetto continuo e spasmodico di ricerca ad ogni costo.
La quasi totalità  delle persone non lo sono affatto : la sensitività  è rara, molto rara.
Vero che esiste una “sensitività ” diciamo leggera, spesso amplificata dagli stati d’animo.
Ma è e resta una forma rara.
Vale la pena di fare esperimenti, ragionati e precisi : ma se ci dovessimo accorgere che non abbiamo facoltà  extrasensoriali, non rammarichiamoci. Rientriamo nel grandissimo numero di persone “normali” e forse dobbiamo essere riconoscenti a madre natura.
La sensitività  e la veggenza sono una responsabilità  che spesso grava sulla nostra coscienza.
Ma se dopo alcuni esperimenti ci accorgessimo di essere in parte sensitivi, sarebbe un grave delitto disperdere questo patrimonio che è un po’ di tutti.
Il consiglio è quello di valutare per bene e scoprendosi sensitivi, sviluppare le proprie precognizioni per metterle al servizio degli altri.