Interpretare i sogni: ma cosa significa sognare? L’interpretazione
I sogni sono fondamentalmente delle esperienze psicologiche dell’uomo, sicuramente quelle da annoverare tra le pi๠misteriose.
Il sogno ha da sempre affascianto l’uomo, non solo nella sua dimensione psicologica, aspetto importante e fondamentale, ma anche, e soprattutto nella sua dimensione di scoprirne i significati e la preveggenza di eventi.
L’oniromanzia è la scienza che studia i sogni, si occupa del loro aspetto diciamo “esoterico”, nel tentativo di tradurre il sogno in immediata lettura del futuro, in una chiave che possa spalancare la porta sui destini dell’uomo.Â
Una ricerca dunque del significato “profetico” dei sogni, un interpretazione delle codifica che si suppone esista nei sogni stessi.
La scienza d’altra parte ha studiato, non senza difficoltà , il sogno come fatto scientifico ovvero come “fenomeno mentale”.
Spiegare cos’è un “sogno” esattamente e scientificamente rappresenta un impresa ardua : il sogno, fondamentalmente, è un’attivita mentale, un’attività cerebrale che si manifesta durante il riposo, appunto il sonno.
E’ costituito essenzialmente da una serie di immagini associate tra di loro, spesso sconnesse, ma che a uno studio attento sono sempre connesse alla psiche del sognatore.
E così dunque ricordi, oppure pensieri, scene, azioni nel sogno sono collegate tra di loro diversamente, almeno in apparenza, di come sono legate nella vita “in veglia”, ovvero quando siamo svegli.Â
Abbiamo visto, e sosteniamo, che nei sogni queste immagini, questi pensieri, queste azioni, queste scene sono tutte legate tra di loro da una profonda logica: la psicoanlisi lo ha sostenuto e dimostrato sconfessando coloro che vorrebbero i sogni slegati da ogni logica reale.
Un ottimo strumento di indagine è l’EEG (elettroencefalogramma) , che fornisce come è noto un tracciato delle attività cerebrali : esso esamina le onde cerebrali che possono assumere varie forme. L’EEG ha messo in evidenza come durante il sonno le onde cerebrali appaiono, generalmente e sicuramente, pi๠grandi e ampie che durante lo stato di veglia, ma soprattutto pi๠lente. Esistono anche durante la fase del sonno “momenti” in cui queste onde cerebrali appaiono veloci e pi๠irregolari e determinano stai di sonno profondo in cui il soggetto risulta difficile anche da svegliare.
In pratica, studiando un EEG, ci accorgiamo che in alcuni momenti compaiono le tipiche onde cerebrali dello stato di veglia, ma che l’individuo è immerso in un profondo sonno, denominato “sonno paradossale” ed è qui che si registrano eventi peculiari come il movimento rotatorio degli occhi noto come fase R.E.M (“Rapid Eye Movements”).
L’elemento pi๠interessante è che se risvegliamo un individuo nel momento in cui il suo EEG sta registrando una fase R.E.M., l’individuo asserisce semplicemente che stava sognando qualcosa: è la dimostrazione che esiste un nesso tra fase R.E.M. ( sonno paradossale) e fase del sogno.
Ma lo studio della realazione tra sonno paradossale (fase R.E.M.) e il “sognare” ha messo in evidenza dei risultati a dir poco strabilianti : ad esempio se si procede a svegliare un individuo, costantemente, durante la fase di sonno paradossale, questo individuo si mostrerà in breve tempo affaticato, irritabile, e ben presto, perseverando nello svegliarlo durante le sue fasi R.E.M., compariranno disturbi psichici, spesso anche di un certo spessore e importanza.
La conclusione di questo studio è che si è certi ormai che il cosidetto “sonno paradossale”, ovvero il momento in cui un individuo “sogna” è fondamentale per il “riposo”.
Il sognare dunque è un fatto necessario, indispensabile, determinante per il riposo e dunque per la sua vita in veglia.
Un altro argomento interessante da affrontare è quello di alcune persone che sostengono di non “sognare mai”: smentiamo questo luogo comune che spesso erroneamente fa pensare alle persone di non essere in grado di sognare.
Il motivo di questa apparente mancanza di “sogni” è nel fatto che l’individuo “non ricorda” ciò che ha sicuramente sognato: la sicurezza è scientifica.
Ci viene in aiuto infatti ancora l’EEG che dimostra scientificamente che le fasi R.E.M. ( il sonno paradossale che indica che l’individuo sta sognando) si susseguono, in un indiiduo normale, circa ogni 90 minuti e durano una media di 20 minuti circa, tempo che si allunga sensibilmente verso la fine del sonno, pi๠propriamente al mattino.
Se consideriamo che un individuo dorme normalmente 8 ore possiamo dire con tranquillità che almeno 1 ora e mezza è di sogni, ovevro di fasi R.E.M. che rappresentano il 20 % del totale delle ore dormite.
Per capire a questo punto l’importanza dei sogni nella nostra vita basti pensare che mediamente un individuo dalla vita media di 75 anni sogna per quasi 43.800 ore pari a 5 anni ….questo significa che il sogno è una “attività cerebrale” normale e indispensabile alal vita dell’uomo.
La psicologia sta ormai da anni tentando di interpretare le connessioni tra causa ed effetto, ossia le realazioni esistenti tra il vissuto in fase di veglia e i sogni.
Opportunamente va ricordato un famoso esperimento di un ricercatore che ha messo in evidenza l’imponderabilità di causa ed effetto, o perlomeno la sua complessità .
Ad una persone addormentata il primo giorno si avvicinò al naso un tampone contenente profumo: al risveglio l’individuo disse di aver sognato un bellissimo prato fiorito intensamente profumato. Il secondo giorno, mentre dormiva, glu fu avvicinato il medesimo tampone con lo stesso profumo del giorno prima, ma al risveglio la persone riferì di aver sognato che passava vicino a un cumulo di rifiuti aleodoranti e che si tamponava il naso con un fazzoletto profumato.
Fu questo il motivo per cui la psiconalisi per un determianto periodo abbandonò l’idea di studiare i sogni visto l’imponderabile legame tra sogno e realtà che apapriva confuso e indeterminabile, e assegnò ai sogni il significato di espressione caotica e disordinata del vissuto.
Ma pi๠tardi Siegmund Freud che ridisegnò lo studio e la ricerca nel campo dei sogni determinando per essi un importanza fondamentale: la nostra vita è conscio e inconscio, e se è vero , come è vero, che il conscio è la punta di un iceberg di cui la parte pi๠grande e sommersa è l’inconscio, si capisce bene come lo studio dei sogni possano svelare legami e comportamenti anche della vita reale.
Fu proprio Siegmund Freud a dare infatti un importanza fondamentale allo studio dei sogni.
Dopo aver affrontato l’aspetto pi๠propriamente scientifico, affronteremo ora l’aspetto “profetico” dei sogni, la qualità dello stesso, come riconoscerli, come interpretarli.
Nella seconda parte parleremo infatti dei sogni premonitori, come riconoscerli, come interpretarli, come utilizzarli a vantaggio della nostra vita reale.
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