Cartomanti : ma si nasce o si diventa ?

tarocchi cartomanzia La strada per inziare, almeno per molti, è quello dell’acquisto in una libreria, di un buon libro di cartomanzia, cosa che oggi ha permesso una larghissima diffusione di cartomanti alle prime armi.
Un buon libro che spieghi i primi rudimenti è alla portata di tutti, si acquista spesso anche per corrispondenza ed è da molti ritenuto un ottimo punto di inizio.
Non occorre molto tempo per imparare il significato principale delle carte e qualche metodo : presto si è in grado di divinare.
Ma è proprio vero ? Basta un mazzo di carte per essere cartomanti ?
Basta guardarsi in giro ed è un pullulare di cartomanti, sensitive, veggenti : offerte di consulti , di “prove”.
Spesso, pi๠di quanto si creda, sono studentesse e casalinghe che cercano di arrotondare, e , altrettanto spesso, si tratta di vere e proprie cialtrone che, letto qualche libro, comprato qualche mazzo di sibille o tarocchi , offrono un immagine di se stesse tali da ingannare pi๠di un ingenua.
E così chi crede nelle artidivinatorie fa presto il giro di cartomanti sperando di trovare risposte concrete alle proprie domande.
Seguendo studi autorevoli sulla cartomanzia possimao dedurre che cartomanti non si diventa, si nasce. Diciamo che dovrebbe essere un dono quello di saper leggere attraverso le lame .
Ad esempio nella lettura dei tarocchi non è sufficiente associare solo le carte ai significati secondo il metodo scelto, ma anche la sequenza dei colori : chi ha questa dote innata sa bene l’importanza dei colori e del loro ripetersi. Al giallo colore del sole e della luce in genere si contrappone il marrone che simboleggia la terra, oppure all’azzurro simbolo della femminilità  , del lunare, dell’immaginazione.
Chi ha “un dono naturale” conosce bene queste cose, le sa valutare a colpo d’occhio ne capisce il significato e sa interpretarle con naturalezza.
Ad esempio pochi cartomanti sanno relazionare gli arcani maggiori dei Tarocchi con le corrispondenze astrologiche.
Esiste dunque una differenza sostanziale : chi ha il dono naturale sente la carte, vede con la mente , con il cuore , interpreta le sequenze e le spianate non con quello che ha imparato o affinato con lo studio dei libri, ma con quello che “sente” dentro.
Spesso i cartomanti offronoun consulto gratuito : la maggioranza dei consultanti cerca questo tipo di consulti. Il gratis è gratis.
Ma ponderiamo la questione : vi fidereste di un medico che offre un consulto di “assaggio” ? O di un avvocato che si offre di difendervi “gratuitamente” in un primo procedimento ?
Perchè dunque offrire un “assaggio” delle proprie doti se si è certi di averle ?
Spesso c’è anche il trucco : il gratuito è per qualche domanda, per qualche quesito .
Il resto vi viene offerto dietro pagamento. Questo ci sembra sia un ottimo metro di giudizio : chi sa di offrire qualcosa di buono non offre le prove assaggio gratis.
Chi è cosciente delle sue doti non lo farà  mai, e se lo fa , lo fà  raramente e in qualche occasione particolare.
Pensiamo che oggi tanto malcontento nelle consultanti sia proprio dovuto a questa gran massa di “cartomanti” improvvisate, spesso speculative.
E l’imporvvisazione si avverte maggiormente quando si parla di “carte napoletane” : laddove infatti libri e articoli sono davvero rari, e la cartomanzia è una arte che attinge da doti innate e di tradizione, si avverte la maggior differenza.
Nel napoletano esiste una “tradizione orale” tramandata : qui è facile trovare cartomanti che in un modo sconcertante vi espongono episodi del passato e del presente che spesso avete anche dimenticato.
Quella con le carte napoletane infatti sembra la cartomanzia pi๠difficile, quella che celebra un vero e proprio metodo di misurazione della “bontà  e genuità ” di una cartomante : non a caso oggi molte cartomanti si stanno dedicando allo studio delle napoletane nel tentativo di validare il loro operato.
La conclusione è che c’è molta improvvisazione : la cartomanzia sembra essere un dono innato da coltivare. Lo studio non potrà  mai regalare questo dono.